Letture della domenica

Anno 19° N.44 DOMENICA 23 SETTEMBRE 2023

XXV DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO A

Chiamati a lavorare nella Sua Vigna

Il padrone di una vigna, che rappresenta Dio, esce all’alba e ingaggia un gruppo di lavoratori, concordando con loro il salario di un denaro per la giornata: era un salario giusto. Poi esce anche nelle ore successive – cinque volte, in quel giorno, esce – fino al tardo pomeriggio, per assumere altri operai che vede disoccupati. Al termine della giornata, il padrone ordina che sia dato un denaro a tutti, anche a quelli che avevano lavorato poche ore. Naturalmente, gli operai assunti per primi si lamentano, perché si vedono pagati allo stesso modo di quelli che hanno lavorato di meno. Il padrone, però, ricorda loro che hanno ricevuto quello che era stato pattuito; se poi Lui vuole essere generoso con gli altri, loro non devono essere invidiosi. In realtà, questa “ingiustizia” del padrone serve a provocare, in chi ascolta la parabola, un salto di livello, perché qui Gesù non vuole parlare del problema del lavoro o del giusto salario, ma del Regno di Dio! E il messaggio è questo: nel Regno di Dio non ci sono disoccupati, tutti sono chiamati a fare la loro parte; e per tutti alla fine ci sarà il compenso che viene dalla giustizia divina – non umana, per nostra fortuna! –, cioè la salvezza che Gesù Cristo ci ha acquistato con la sua morte e risurrezione. Una salvezza che non è meritata, ma donata – la salvezza è gratuita -, per cui «gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi» (Mt 20,16). Con questa parabola, Gesù vuole aprire i nostri cuori alla logica dell’amore del Padre, che è gratuito e generoso. Si tratta di lasciarsi stupire e affascinare dai «pensieri» e dalle «vie» di Dio che, come ricorda il profeta Isaia, non sono i nostri pensieri e non sono le nostre vie (cfr Is 55,8). I pensieri umani sono spesso segnati da egoismi e tornaconti personali, e i nostri angusti e tortuosi sentieri non sono paragonabili alle ampie e rette strade del Signore. Egli usa misericordia – non dimenticare questo: Egli usa misericordia –, perdona largamente, è pieno di generosità e di bontà che riversa su ciascuno di noi, apre a tutti i territori sconfinati del suo amore e della sua grazia, che soli possono dare al cuore umano la pienezza della gioia. Gesù vuole farci contemplare lo sguardo di quel padrone: lo sguardo con cui vede ognuno degli operai in attesa di lavoro, e li chiama ad andare nella sua vigna. E’ uno sguardo pieno di attenzione, di benevolenza; è uno sguardo che chiama, che invita ad alzarsi, a mettersi in cammino, perché vuole la vita per ognuno di noi, vuole una vita piena, impegnata, salvata dal vuoto e dall’inerzia. Dio che non esclude nessuno e vuole che ciascuno raggiunga la sua pienezza. Questo è l’amore del nostro Dio, del nostro Dio che è Padre.

Papa Francesco

Prima Lettura

I miei pensieri non sono i vostri pensieri.

Dal libro del profeta Isaìa
Is 55,6-9
 Cercate il Signore, mentre si fa trovare,
invocatelo, mentre è vicino.
L’empio abbandoni la sua via
e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
ritorni al Signore che avrà misericordia di lui
e al nostro Dio che largamente perdona.
Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri,
le vostre vie non sono le mie vie. Oracolo del Signore.
Quanto il cielo sovrasta la terra,
tanto le mie vie sovrastano le vostre vie,
i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri.

Parola di Dio.
 

Salmo Responsoriale
Dal Sal 144 (145)

R. Il Signore è vicino a chi lo invoca.

Ti voglio benedire ogni giorno,
lodare il tuo nome in eterno e per sempre.
Grande è il Signore e degno di ogni lode;
senza fine è la sua grandezza. R.

Misericordioso e pietoso è il Signore,
lento all’ira e grande nell’amore.
Buono è il Signore verso tutti,
la sua tenerezza si espande su tutte le creature. R.

Giusto è il Signore in tutte le sue vie
e buono in tutte le sue opere.
Il Signore è vicino a chiunque lo invoca,
a quanti lo invocano con sincerità. R.

Seconda Lettura

Per me il vivere è Cristo.

Dalla lettera di san Paolo apostolo ai Filippési
Fil 1,20c-24.27a
 Fratelli,
Cristo sarà glorificato nel mio corpo, sia che io viva sia che io muoia.
Per me infatti il vivere è Cristo e il morire un guadagno.
Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere. Sono stretto infatti fra queste due cose: ho il desiderio di lasciare questa vita per essere con Cristo, il che sarebbe assai meglio; ma per voi è più  necessario che io rimanga nel corpo.
Comportatevi dunque in modo degno del vangelo di Cristo.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Apri, Signore, il nostro cuore
e accoglieremo le parole del Figlio tuo. (Cf. At 16,14b)

Alleluia.

Vangelo

Sei invidioso perché io sono buono?

Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 20,1-16
 In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno e verso le tre, e fece altrettanto.
Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e dai loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”.
Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Parola del Signore.

PER APPROFONDIRE

CHIAMATI DAL SIGNORE A LAVORARE

NELLA SUA VIGNA A TUTTE LE ORE

Prendo lo spunto dalla parabola che il Vangelo ci propone in questa XXV domenica. Essa ci parla degli operai chiamati a lavorare nella vigna del Signore ad ogni ora della giornata. Mi pare che essa ben si adatti alla presentazione dei percorsi di evangelizzazione-catechesi dei bambini, ragazzi e giovani. Ma l’evangelizzazione-catechesi non riguarda solo i bambini, ragazzi, giovani ma essa ha per soggetto tutte le persone di ogni età.

I percorsi sono diversi, ma la conclusione è la medesima, tutto il percorso della evangelizzazione-catechesi ha un punto di arrivo che è l’incontro personale con Gesù il Crocifisso Risorto vivo e presente in mezzo a noi come Gesù nel Vangelo ci ha promesso: “Ecco io sono con voi tutti i gironi fino alla fine del mondo” (Mt. 20,28).

Voglio riproporre alcuni spunti di riflessione che è importante tenere presente per accogliere l’invito del Signore a lavorare nella sua vigna.

  1. I tempi dell’annuncio sono radicalmente cambiati, anzi per meglio dire cambiano continuamente in modo veloce e repentino, fermarsi si perde la coincidenza. La evangelizzazione-catechesi quindi dovrà preoccuparsi di incrociare i bambini, ragazzi e giovani parlando a loro che vivono questo tempo e qui, non si tratta dunque di cambiare per il gusto di cambiare, ma per essere attenti a quelli che sono i bambini, ragazzi, giovani che realmente abbiamo davanti e non a quelli dei tempi passati.
  2. Il contesto poi della vita in cui viviamo è tale che per portare frutti l’evangelizzazione-catechesi deve essere condivisa concretamente e principalmente dalla famiglia che è chiamata, con varie proposte, a spendere un po’ di tempo a partire dalla esperienza umana e cristiana a servizio dei figli. Sappiamo come sia necessario lasciarsi coinvolgere e mettere a disposizione la propria esperienza per tradurre nella realtà l’opera di evangelizzazione-catechesi.
  3. La stessa comunità nel suo insieme è chiamata ad essere “catechista-evangelizzatrice”, andando a scuola della Parola di Dio che ci indica come tradurre in atteggiamenti e atti concreti la bellezza della vita cristiana. San Paolo in maniera precisa e molto efficacie usa l’immagine della lettera egli scrive. “La nostra lettera siete voi, lettera scritta nei nostri cuori, conosciuta e letta da tutti gli uomini. È noto infatti che voi siete una lettera di Cristo composta da noi, scritta non con inchiostro, ma con lo Spirito del Dio vivente, non su tavole di pietra, ma su tavole di cuori umani”. E quale “lettera” leggono in noi le nuove generazioni?

Stiamo predisponendo un calendario per incontrare le famiglie in modo da condividere con loro le proposte e le prospettive per l’annuncio di evangelizzazione-catechesi per questo nuovo anno pastorale. L’auspicio è che possiamo incontrarci tutti insieme per poi essere partecipi responsabili del cammino che scegliamo insieme per la evangelizzazione-catechesi dei vostri figli.

Mi piace nel concludere riprendere l’immagine del Vangelo di questa domenica per ricordare che anche oggi il Signore el ven in piasa e a tute e ore de di e dea nuot  e a tuti chei chel trova el ghe dis: “ Ven ancia ti a  lavorà tea mea vigna”. Speri che tuti sen pronti a rispundi sì Signor grasie vai subito a lavorà tea to vigna che l’è a Cuncuardia.

don Natale