27 FEBBRAIO 2021- DAA SINISA A L’AGA

DAA SINISA A L’AGA

Ai imparat da fiol che la sinisa non è una roba da butà via. Coa sinisa le nostre mamme e nonne facevano la lisiva, cioè si gettava dell’acqua bollente  sopra della cenere che era posta su un pezzo di lenzuolo vecchio e sotto, nel mastel, c’erano le lenzuola da lavare e questo originale detersivo sbiancava le lenzuola così bianche che più bianco non si può e poi che buon profumo di pulito si spandeva per l’aria. Ma la sinisa era anche sparsa sulle cuiere de l’ort ed era prezioso concime naturale per le culture che allora sì erano veramente biologiche. Ma la sinisa ricavata dalla combustione dei rami di ulivo benedetto era anche usata il primo giorno di Quaresima per essere messo un pizzico sulla testa dei fedeli ai quali veniva ricordato: “Ricordati uomo che sei polvere e in polvere ritornerai”. Ad ammonire che l’uomo tenesse bassa la testa e non si lasciasse andare a spavalderie e a superbie e sapesse comportarsi bene di fronte a Dio e nel rispetto del prossimo, ricordando che un tempo avrebbe dovuto rendere conto al Signore di come ha speso la sua vita su questa terra.  

E poi c’è  anche l’aga che non serve solo a bere, ma  alla fine della  Quaresima, cioè il Giovedì santo, con rito solenne e alquanto significativo, il sacerdote versava l’aga con una brocca a lavare i piedi degli “apostoli”,  a ricordo e a ripetere il gesto di Gesù che si era inchinato a lavare i piedi agli apostoli in quella ultima cena e aveva detto come faccio io che sono il Signore e Maestro fate anche voi, inchinatevi a lavare i piedi ai fratelli  e così  esprimere il vero amore che non si vergogna anzi è contento di poter inchinarsi per servire il prossimo.  Ho ricordato la sinisa e l’aga come segni del primo e dell’ultimo giorno della Quaresima che abbiamo appena iniziata ma ora ritorno ad alcune bellissime e significative parole del Papa che si indica come vivere Quaresima:

«Ritornate a me con tutto il cuore» (Gl 2,12). Ritornate a me. La Quaresima è un viaggio di ritorno a Dio. Quante volte, indaffarati o indifferenti, gli abbiamo detto: “Signore, verrò da Te dopo, aspetta… Oggi non posso, ma domani comincerò a pregare e a fare qualcosa per gli altri”. E così un giorno dopo l’altro. Ora Dio fa appello al nostro cuore. Nella vita avremo sempre cose da fare e avremo scuse da presentare, ma, fratelli e sorelle, oggi è il tempo di ritornare a Dio.

Questo è il centro della Quaresima: dove è orientato il mio cuore? Proviamo a chiederci: dove mi porta il navigatore della mia vita, verso Dio o verso il mio io? Vivo per piacere al Signore, o per essere notato, lodato, preferito, al primo posto e così via? Ho un cuore “ballerino”, che fa un passo avanti e uno indietro, ama un po’ il Signore e un po’ il mondo, oppure un cuore saldo in Dio? Sto bene con le mie ipocrisie, o lotto per liberare il cuore dalle doppiezze e dalle falsità che lo incatenano? Guardiamo al figlio prodigo e capiamo che pure per noi è tempo di ritornare al Padre. Come quel figlio, anche noi abbiamo dimenticato il profumo di casa, abbiamo dilapidato beni preziosi per cose da poco e siamo rimasti con le mani vuote e il cuore scontento. Siamo caduti: siamo figli che cadono in continuazione, siamo come bimbi piccoli che provano a camminare ma vanno in terra, e hanno bisogno di essere rialzati ogni volta dal papà. È il perdono del Padre che ci rimette sempre in piedi: il perdono di Dio, la Confessione, è il primo passo del nostro viaggio di ritorno. Questo nostro viaggio di ritorno a Dio è possibile solo perché c’è stato il viaggio di andata di Gesù verso di noi. Altrimenti non sarebbe stato possibile. Prima che noi andassimo da Lui, Lui è sceso verso di noi. Ci ha preceduti, ci è venuto incontro. Per noi è sceso più in basso di quanto potevamo immaginare: si è fatto peccato, si è fatto morte. È quanto ci ha ricordato San Paolo: «Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore» A farci ritornare a Lui non sono le nostre capacità e i nostri meriti da ostentare, ma la sua grazia da accogliere. Ci salva la grazia, la salvezza è pura grazia, pura gratuità. L’inizio del ritorno a Dio è riconoscerci bisognosi di Lui, bisognosi di misericordia bisognosi della sua grazia. Questa è la via giusta, la via dell’umiltà. Io mi sento bisognoso o mi sento autosufficiente?

Oggi abbassiamo il capo per ricevere le ceneri.

Finita la Quaresima ci abbasseremo ancora di più per lavare i piedi dei fratelli.

BUONA E SANTA QUARESIMA dea SINISA e de l’AGA

don Natale