4 Aprile 2021 -“NDEMO VISTISETE CHE TE A DA NDI’ A MESSA”

“NDEMO VISTISETE CHE TE A DA NDI’ A MESSA”

E’ citando questa frase che il figlio faceva racconto e raccoglieva con questa espressione l’insegnamento della fede semplice ma genuina e convinta della mamma. Come sarebbe bello se in ogni famiglia oggi giorno di Pasqua e in ogni domenica, Pasqua settimanale, ogni mamma  e ogni genitore invitasse così i componenti della famiglia ad affrettarsi: “Ndemo vistive che ve’ da ndi’ a Messa”. Pasqua nel pronunciare il nome di questa festa, tra tutte la prima e la più grande festa del cristiano, l’aria tutta si riempie dei profumi dei fiori perché  a Pasqua c’è la luna di primavera e la primavera profuma di vita nuova. Ma la primavera è anche faticosa perché il seme deve spaccare la zolla per uscire alla luce e germogliare alla vita, perché la gemma deve spaccare l’involucro che la riveste per uscire ad accogliere la luce e fiorire alla vita, perché, e ce lo ricorda il vangelo di Pasqua, anche Gesù Crocifisso chiuso nel sepolcro ha dovuto ribaltare la grossa pietra che chiudeva il sepolcro per poter risorgere nella luce radiosa di quel mattino di Pasqua nel giardino  in festa per il trionfo della vita sulla morte, su ogni morte.

Carissimi “Fratelli tutti” come ha scritto il papa nella sua ultima enciclica, in questo tempo di prova e di fatica abbiamo tutti bisogno della Pasqua, della risurrezione del Figlio di Dio il Cristo per affrontare anche noi ancora una difficile primavera. Solo insieme, solo nella condivisione e nella solidarietà, dove ciascuno mette il suo poco o tanto che sia a disposizione di tutti e per tutti, solo così spunterà la primavera della vita nuova.

Carissimi “Fratelli tutti” anziani e malati che siete costretti per vari motivi a rimanere in casa, uscite almeno sul balcone e osservate il cielo spazzato via dalle nuvole minacciose ed elevate un pensiero, una preghiera, perchè anche il nostro mondo sia liberato dalle nuvole minacciose della pandemia che porta con sè tante tristezze, situazioni dolorose e faticose.

Carissimi “Fratelli tutti” adulti e famiglie su di voi incombe più di tutto la fatica di far fronte alle ristrettezze del lavoro e alla organizzazione di questo tempo, abbiamo bisogno che voi doniate con coraggio la speranza di non abbandonare, di non rassegnarci. “La nostra salvezza è più vicina oggi di quando diventammo credenti” ci dice l’Apostolo Paolo.

Carissimi “Fratelli tutti” giovani a voi è stato rubato un anno di relazioni in presenza, ma proprio la sofferenza di questa assenza vi avrà fatto capire la bellezza delle relazioni autentiche, delle relazioni in presenza, delle relazioni sincere. “Cristo vive, – ha scritto Francesco – Egli è la nostra speranza e la più bella giovinezza di questo mondo”. Non perdete, vi raccomando, la relazione in presenza con Lui.

Carissimi “Fratelli tutti” ragazzi e bambini questo cattivo virus ha intaccato le vostre più belle e spensierate giornate, ma appena si potrà, fate una bella corsa sul prato vicino a casa. Il Vangelo dice che i bambini di corsa andavano da Gesù e ai discepoli che volevano fermarli Gesù ha detto:

“Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite”.  Se andate da Gesù, oggi come allora, Gesù vi abbraccerà e ponendo sulla vostra testa le sue mani vi benedirà.

Ecco nella semplicità e nella bellezza del dialetto de Cuncuardia diciamo a tutti:

“Ndemo vistimose da fiesta aven da ndi’ a Messa

incuoi che l’è la Pasqua del Signor, Lui l’è risorto e noiatri con Lui. Amen”.

Buona Pasqua!

don Natale