Anno 21° N. 7 – DOMENICA 12/01/2025
BATTESIMO DEL SIGNORE – FESTA – ANNO C
Immergersi nel dialogo con Dio
Il Vangelo della Liturgia odierna ci mostra la scena con cui inizia la vita pubblica di Gesù: Lui, che è il Figlio di Dio e il Messia, va sulle rive del fiume Giordano e si fa battezzare da Giovanni Battista. Gesù non si presenta con qualche miracolo o salendo in cattedra per insegnare. Si mette in fila con il popolo che andava a ricevere il battesimo da Giovanni. Gesù condivide la sorte di noi peccatori, scende verso di noi. Non va da solo, né con un gruppo di eletti privilegiati, no, va con il popolo. Appartiene a quel popolo e va con il popolo a farsi battezzare, con quel popolo umile. Fermiamoci su un punto importante: nel momento in cui Gesù riceve il Battesimo, il testo dice che «stava in preghiera» (Lc 3,21). Lui, che è il Signore, il Figlio di Dio, prega come noi? Sì, Gesù passa molto tempo in preghiera: all’inizio di ogni giorno, spesso di notte, prima di prendere decisioni importanti… La sua preghiera è un dialogo, una relazione con il Padre. Così, nel Vangelo di oggi possiamo vedere i “due movimenti” della vita di Gesù: da una parte scende verso di noi, nelle acque del Giordano; dall’altra eleva lo sguardo e il cuore pregando il Padre. È un grande insegnamento per noi: tutti siamo immersi nei problemi della vita e in tante situazioni intricate, chiamati ad affrontare momenti e scelte difficili che ci tirano in basso. Ma, se non vogliamo restare schiacciati, abbiamo bisogno di elevare tutto verso l’alto. E questo lo fa proprio la preghiera, che non è una via di fuga, la preghiera non è un rito magico o una ripetizione di cantilene imparate a memoria. Pregare è il modo per lasciare agire Dio in noi, per cogliere quello che Lui vuole comunicarci anche nelle situazioni più difficili, pregare per avere la forza di andare avanti. La preghiera ci aiuta perché ci unisce a Dio, ci apre all’incontro con Lui. È dialogare con Dio, è ascoltare la sua Parola, è adorare: stare in silenzio affidandogli ciò che viviamo. E a volte è anche gridare a Lui come Giobbe, sfogarsi con Lui. La preghiera “apre il cielo” (cfr v. 21): dà ossigeno alla vita, dà respiro anche in mezzo agli affanni e fa vedere le cose in modo più ampio. Soprattutto, ci permette di fare la stessa esperienza di Gesù al Giordano: ci fa sentire figli amati dal Padre. Anche a noi, quando preghiamo, il Padre dice, come a Gesù nel Vangelo: “Tu sei mio figlio, l’amato” (cfr v. 22). Questo è cominciato il giorno del Battesimo, che ci ha immersi in Cristo e, membri del popolo di Dio, ci ha fatto diventare figli amati del Padre. Non dimentichiamo la data del nostro Battesimo! Papa Francesco
Prima Lettura
Si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini la vedranno.
Dal libro del profeta Isaìa
Is 40,1-5.9-11
«Consolate, consolate il mio popolo
– dice il vostro Dio –.
Parlate al cuore di Gerusalemme
e gridatele che la sua tribolazione è compiuta,
la sua colpa è scontata,
perché ha ricevuto dalla mano del Signore
il doppio per tutti i suoi peccati».
Una voce grida:
«Nel deserto preparate la via al Signore,
spianate nella steppa la strada per il nostro Dio.
Ogni valle sia innalzata,
ogni monte e ogni colle siano abbassati;
il terreno accidentato si trasformi in piano
e quello scosceso in vallata.
Allora si rivelerà la gloria del Signore
e tutti gli uomini insieme la vedranno,
perché la bocca del Signore ha parlato».
Sali su un alto monte,
tu che annunci liete notizie a Sion!
Alza la tua voce con forza,
tu che annunci liete notizie a Gerusalemme.
Alza la voce, non temere;
annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio!
Ecco, il Signore Dio viene con potenza,
il suo braccio esercita il dominio.
Ecco, egli ha con sé il premio
e la sua ricompensa lo precede.
Come un pastore egli fa pascolare il gregge
e con il suo braccio lo raduna;
porta gli agnellini sul petto
e conduce dolcemente le pecore madri».
Parola di Dio.
Salmo Responsoriale
Dal Sal 103 (104)
R. Benedici il Signore, anima mia.
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Sei rivestito di maestà e di splendore,
avvolto di luce come di un manto,
tu che distendi i cieli come una tenda. R.
Costruisci sulle acque le tue alte dimore,
fai delle nubi il tuo carro,
cammini sulle ali del vento,
fai dei venti i tuoi messaggeri
e dei fulmini i tuoi ministri. R.
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.
Ecco il mare spazioso e vasto:
là rettili e pesci senza numero,
animali piccoli e grandi. R.
Tutti da te aspettano
che tu dia loro cibo a tempo opportuno.
Tu lo provvedi, essi lo raccolgono;
apri la tua mano, si saziano di beni. R.
Nascondi il tuo volto: li assale il terrore;
togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra. R.
Seconda Lettura
Il Signore ci ha salvato con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo.
Dalla lettera di san Paolo apostolo a Tito
Tt 2,11-14;3,4-7
Figlio mio, è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo.
Egli ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e formare per sé un popolo puro che gli appartenga, pieno di zelo per le opere buone.
Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro,
e il suo amore per gli uomini,
egli ci ha salvati,
non per opere giuste da noi compiute,
ma per la sua misericordia,
con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo,
che Dio ha effuso su di noi in abbondanza
per mezzo di Gesù Cristo, salvatore nostro,
affinché, giustificati per la sua grazia,
diventassimo, nella speranza, eredi della vita eterna.
Parola di Dio.
Acclamazione al Vangelo
Alleluia, alleluia.
Viene colui che è più forte di me, disse Giovanni;
egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. (Cf. Lc 3,16)
Alleluia.
Vangelo
Mentre Gesù, ricevuto il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 3,15-16.21-22
In quel tempo, poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco».
Ed ecco, mentre tutto il popolo veniva battezzato e Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».
Parola del Signore.
PER APPROFONDIRE
RIPARTIAMO INSIEME PORTANDO LA LUCE DELL’AMORE DI GESÙ VENUTO TRA NOI
Nella espressione della tradizione si dice che “la festa dell’Epifania ogni festa porta via” e così ci giustifichiamo e andiamo avanti. Ma non è proprio così la festa dell’Epifania ci indica tutt’altro che una conclusione ma un nuovo modo di metterci in cammino. Il vangelo dell’Epifania terminava proprio con queste parole: I Magi “Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese”. I Magi testimoniano di essersi messi in cammino, dando una svolta alla loro vita, perché nel cielo hanno visto una luce nuova. Vediamo allora di iniziare il nuovo anno giubilare dando una svolta alla nostra vita.
Anzitutto la stella è luminosa. La stella ci parla della sola luce che può indicare a tutti la via della salvezza e della felicità: quella dell’amore. Quella è l’unica luce che ci farà felici. Prima di tutto l’amore di Dio, che facendosi uomo si è donato a noi sacrificando la sua vita. Poi, di riflesso, quello con cui anche noi siamo chiamati a spenderci cura gli uni per gli altri, divenendo, col suo aiuto, un segno reciproco di speranza, anche nelle notti oscure della vita. Ecco allora ci chiediamo come possiamo noi essere luminosi nella speranza? Siamo capaci di dare speranza agli altri con la luce della nostra fede? Facciamo conoscere, alle persone che incontriamo nella nostra vita in Gesù Figlio di Dio fatto uomo, la bellezza del volto del Padre e il suo modo di amare, fatto di vicinanza, compassione e tenerezza. Non dimentichiamo mai che Dio è vicino, compassionevole e tenero. Questo è l’amore: vicinanza, compassione e tenerezza. E possiamo farlo senza bisogno di strumenti straordinari e di mezzi sofisticati, ma rendendo i nostri cuori luminosi nella fede, i nostri sguardi generosi nell’accoglienza, i nostri gesti e le nostre parole, pieni di gentilezza e di umanità.
È brutto che una persona non sia luce per gli altri.
La stella è visibile a tutti. E questo è un messaggio importante: Dio non si rivela a circoli esclusivi. Anzi, spesso previene le nostre stesse domande, venendo a cercarci prima ancora che glielo chiediamo. Proprio per questo, nel presepe, raffiguriamo i Magi con caratteristiche che abbracciano tutte le età e tutte le razze — un giovane, un adulto, un anziano, con i tratti somatici dei vari popoli della terra —, per ricordarci che Dio cerca tutti, sempre. Dio cerca tutti, tutti. La Stella resta sempre là, accessibile a chiunque alzi lo sguardo al cielo, in cerca di un segno di speranza. Io sono un segno di speranza per gli altri?Per questo la stella sta in cielo: non per rimanere lontana e irraggiungibile, ma al contrario perché la sua luce sia visibile a tutti, perché raggiunga ogni casa e superi ogni barriera, portando speranza fino agli angoli più remoti e dimenticati del pianeta. Sta in cielo per dire a chiunque, con la sua luce generosa, che Dio non si nega a nessuno, non dimentica nessuno. Perché? Perché è un Padre la cui gioia più grande è vedere i suoi figli che tornano a casa, uniti, da ogni parte del mondo.
La stella ci parla del sogno di Dio: quella di indicare il cammino. Che cioè tutta l’umanità, nella ricchezza delle sue differenze, giunga a formare una sola famiglia viva concorde nella prosperità e nella pace. La luce della stella ci invita a compiere il pellegrinaggio interiore che, liberi il nostro cuore da tutto ciò che non è carità. E noi, guardando la stella, possiamo rinnovare anche il nostro impegno ad essere donne e uomini “della Via”, come venivano definiti i cristiani alle origini della Chiesa. Ci renda così il Signore luci che indicano Lui, come Maria, generosi nel donarci, aperti nell’accoglienza e umili nel camminare insieme, perché possiamo incontrarlo, riconoscerlo e adorarlo, e ripartire da Lui rinnovati portando nel mondo la luce del suo amore.
don Natale