Letture della domenica

Anno 20° N. 21 – DOMENICA 21 APRILE 2024

IV DOMENICA DI PASQUA – ANNO B

 

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«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore»

In questa quarta domenica di Pasqua, detta domenica del Buon Pastore, il Vangelo (Gv 10,11-18) presenta Gesù come il vero pastore, che difendeconosce e ama le sue pecore. A Lui, Buon Pastore, si contrappone il “mercenario”, al quale non importano le pecore, perché non sono sue. Fa questo mestiere solo per la paga, e non si preoccupa di difenderle: quando arriva il lupo fugge e le abbandona (cfr vv. 12-13). Gesù, invece, pastore vero, ci difende sempre, ci salva in tante situazioni difficili, situazioni pericolose, mediante la luce della sua parola e la forza della sua presenza, che noi sperimentiamo sempre e, se vogliamo ascoltare, tutti i giorni. Il secondo aspetto è che Gesù, pastore buono, conosce – il primo aspetto: difende, il secondo: conosce – le sue pecore e le pecore conoscono Lui (v. 14). Come è bello e consolante sapere che Gesù ci conosce ad uno ad uno, che non siamo degli anonimi per Lui, che il nostro nome gli è noto! Solo Lui sa che cosa c’è nel nostro cuore, le intenzioni, i sentimenti più nascosti. Gesù conosce i nostri pregi e i nostri difetti, ed è sempre pronto a prendersi cura di noi, per sanare le piaghe dei nostri errori con l’abbondanza della sua misericordia. In Lui si realizza pienamente l’immagine del pastore del popolo di Dio, che avevano delineato i profeti: Gesù si preoccupa delle sue pecore, le raduna, fascia quella ferita, cura quella malata. Così possiamo leggere nel Libro del profeta Ezechiele (cfr 34,11-16). Dunque, Gesù Buon Pastore difende, conosce, e soprattutto ama le sue pecore. E per questo dà la vita per loro (cfr Gv 10,15). L’amore per le pecore, cioè per ognuno di noi, lo porta a morire sulla croce, perché questa è la volontà del Padre, che nessuno vada perduto. L’amore di Cristo non è selettivo, abbraccia tutti. Ce lo ricorda Lui stesso nel Vangelo di oggi, quando dice: «E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore» (Gv 10,16). Lui è pastore di tutti. Gesù vuole che tutti possano ricevere l’amore del Padre e incontrare Dio. E la Chiesa è chiamata a portare avanti questa missione di Cristo. Oltre a quanti frequentano le nostre comunità, ci sono tante persone, la maggioranza, che lo fanno solo in casi particolari o mai. Ma non per questo non sono figli di Dio: il Padre affida tutti a Gesù Buon Pastore, che per tutti ha dato la vita.            Papa Francesco

Prima Lettura

In nessun altro c’è salvezza.

Dagli Atti degli Apostoli
At 4,8-12

In quei giorn, Pietro, colmato di Spirito Santo, disse loro: 
«Capi del popolo e anziani, visto che oggi veniamo interrogati sul beneficio recato a un uomo infermo, e cioè per mezzo di chi egli sia stato salvato, sia noto a tutti voi e a tutto il popolo d’Israele: nel nome di Gesù Cristo il Nazareno, che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, costui vi sta innanzi risanato.
Questo Gesù è la pietra che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d’angolo. 
In nessun altro c’è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati».

Parola di Dio.

Salmo Responsoriale

Dal Sal 117 (118)

R. La pietra scartata dai costruttori è divenuta pietra d’angolo.
Oppure:
R. Alleluia, alleluia, alleluia.

Rendete grazie al Signore perché è buono, 
perché il suo amore è per sempre.
È meglio rifugiarsi nel Signore
che confidare nell’uomo.
È meglio rifugiarsi nel Signore 
che confidare nei potenti. R.

Ti rendo grazie, perché mi hai risposto, 
perché sei stato la mia salvezza.
La pietra scartata dai costruttori
è divenuta la pietra d’angolo.
Questo è stato fatto dal Signore: 
una meraviglia ai nostri occhi. R.

Benedetto colui che viene nel nome del Signore. 
Vi benediciamo dalla casa del Signore.
Sei tu il mio Dio e ti rendo grazie,
sei il mio Dio e ti esalto.
Rendete grazie al Signore, perché è buono, 
perché il suo amore è per sempre. R.

Seconda Lettura

Vedremo Dio così come egli è.

Dalla prima lettera di san Giovanni apostolo
1Gv 3,1-2
 
Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.
Carissimi, noi fin d’ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è.

Parola di Dio.

Acclamazione al Vangelo

Alleluia, alleluia.

Io sono il buon pastore, dice il Signore,
conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me. (Gv 10,14)

Alleluia.

Vangelo

Il buon pastore dà la propria vita per le pecore.

Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,11-18

In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario – che non è pastore e al quale le pecore non appartengono – vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».

Parola del Signore.

PER APPROFONDIRE

CONOSCERE, CAPIRE, CAMMINARE INSIEME ai RAGAZZI DELLA CRESIMA

In queste settimane una settantina di adolescenti delle nostre Comunità parrocchiali celebreranno, per l’imposizione delle mani e la unzione con il crisma (olio profumato) del nostro Vescovo Giuseppe la Confermazione o Cresima. La domanda che ci facciamo come Comunità è: “Questi adolescenti che hanno frequentato solo saltuariamente le nostre celebrazioni e solo con una certa “fatica” hanno partecipato agli incontri di catechismo ci saranno ancora o scompariranno dalla vita della chiesa ora che hanno completato il loro percorso di catechesi dell’iniziazione cristiana?”.

La risposta sembra essere quantomeno dubbia se non del tutto negativa e allora cosa fare?

Fare finta di niente, rassegnarci prendendo atto che questo è l’andazzo comune oppure…?

Una ragazza intervistata sul fatto che si era allontanata dalla chiesa ha chiesto a sua volta: “Io sono andata via dalla chiesa, ma nessuno è venuto a cercarmi, vuol dire che non vi interessavo così tanto”.

Riflettendo credo che noi adulti cristiani dovremmo poter rispondere: “Non è che non ci interessi è che non sappiamo COME venirti ad incontrare perché non sappiamo COME relazionarci con te”.

Allora potrebbero aiutarci questi tre verbi CONOSCERE, CAPIRE E CAMMINARE INSIEME.

CONOSCERE chi sono questi ragazzi.

  • Sono ragazzi che più che con la realtà devono fare i conti con il mondo virtuale (solo entrando nel loro mondo possiamo parlare con loro)
  • Sono in genere privi di modelli rassicuranti che avevano un tempo (la nostra società a cominciare dalle nostre famiglie non hanno sempre dei riferimenti stabili, chiari ed esemplari su cui basarsi)
  • Noi adulti abbiamo paura che si facciano del male e per questo gli “accontentiamo troppo”, concediamo loro delle “libertà” che non sanno gestire, oppure facilmente finiamo per delegare e poi dare la colpa ad altri soggetti degli errori che vengono fatti.

CAPIRE la domanda religiosa dei ragazzi.

  • Bisogna capire che non tutti i “non praticanti” sono o increduli, o atei o agnostici (cioè che a loro non interessa Dio) si sono allontanati dai riti e dalle espressioni esteriori della vita di fede, ma non necessariamente da Dio.
  • A influire sull’abbandono sono in genere un approccio con lo studio scientifico che fa credere che solo ciò che è dimostrabile scientificamente è vero e poiché Dio non è dimostrabile scientificamente allora non esiste.
  • C’è bisogno di insistere e fare esperimentare un rapporto diretto, intimo, di cuore e di vita con il Signore un incontro in cui Cristo è AMICO che non mi abbandona mai e mi è sempre accanto nei momenti belli come in quelli difficili e dolorosi della vita.
  • Non si tratta di dare solo concetti ma fare capire come il Vangelo parla anche a noi oggi e qui e parla con la forza di un tempo anche se con modi diversi e attuali. 
  • Non si tratta di “obbligare” a dire preghiere, ma ad aiutare a pregare, a relazionarsi con famigliarità, cordialità, sincerità con il Signore a stare davanti a lui: lui ci capisce, lui ci ascolta, lui ci ama, lui ci perdona.

CAMMINARE INSIEME con i ragazzi.

  • La chiesa è chiamata ad accettare la sfida dei ragazzi ad aggiornare il suo modo di vivere la fede, di interpretare e di proporre il Vangelo secondo il mondo di oggi.
  • La chiesa deve essere attenta ai cambiamenti epocali che stiamo vivendo e a collocare in essi la bella notizia di Gesù e del suo Vangelo.
  • Stabilire un dialogo sincero, non autoritario ma di accompagnamento, e che dice – sto in ascolto del tuo modo di rapportarti con Dio – delle tue sensibilità, delle tue intuizioni che aprano al futuro cogliendo la verità e facendo discernimento sulle concrete realtà che essi vivono.
  • Stima, attenzione, tenerezza, vicinanza, buon umore perché loro sono già il futuro anche se ancora nella fatica del bocciolo e della gemma.
  • I ragazzi e i giovani sono con tutte le loro incertezze e difficoltà oltre che sofferenze il KAIROS cioè il tempo abitato da Dio. Camminare con loro è camminare anche con Dio.

don Natale