11 agosto 2019 -VENERDÌ 3 AGOSTO 2018 “SAN STIEFIN”-

-VENERDÌ 3 AGOSTO 2018 “SAN STIEFIN”
A UN ANNO DALLA NOMINA A PARROCO

Il 3 agosto dell’anno scorso veniva ufficializzato quello che già si sapeva, cioè il mio venire a Concordia come parroco. Questo arrivo non era nei miei pensieri e aspettative per tanti motivi ma principalmente perché mi rendevo conto che non sarebbe stato un impegno indifferente, ed era una responsabilità che avrebbe richiesto oltre capacità pratiche e sapienza di cuore anche resistenza e forze fisiche che, con l’avanzare dell’età, si sa che vanno diminuendo. Ho fatto presente, come è giusto, le mie osservazioni e ho presentato al Vescovo tutte le mie perplessità e le mie reali difficoltà nell’accettare questo nuovo servizio. Alla fine, dopo le sue insistenti richieste, ho accettato confidando nell’aiuto del Signore che mi chiedeva, attraverso il mio Vescovo, questa nuova disponibilità, sapendo che il Signore se ci da un peso ci da anche la forza e la gioia, sì la gioia, di portarlo. Ce l’ha detto Gesù nel vangelo: “il mio giogo è dolce e il mio peso leggero». (proprio leggero non è, ma…). E poi ho avuto la presenza, come aiuti preziosi, di don Enrico, di don Federico e di don Sergio e poi prima del seminarista e poi diacono don Daniele, la loro condivisione pastorale mi ha rassicurato non poco e in questi mesi ho avuta ampia e bella conferma della loro efficace e positiva collaborazione. Grazie di cuore a tutti loro.
E poi, a dirla tutta, sapevo che “a dent de Cuncuardia , ancia se un puoc selvadega non la se tira indrio quan che l’è da da una man e ancia do”. E anche questo ho potuto verificare ampiamente: ho trovato cordialità, simpatia, benevolenza e sincera e buona collaborazione. Grasie dent de Cuncurdia.
Invero un po’ mi rattrista constatare che anche a Concordia è calata la frequenza alla vita cristiana e le partecipazioni alle celebrazioni, mentre ho ritrovato con piacere la Concordia attiva, che sa mettersi a disposizione, che si dà da fare con generosità e senza tanto ragionare forti della logica del: “Chel che se ha da fa bisogna fao e basta”.
Non ho progetti ad ampio raggio ma per quello che potrò collaborare a fare nella nostra Unità Pastorale Concordiese mi piacerebbe puntare, per quello che riguarda l’evangelizzazione e l’annuncio del Vangelo, sulla fascia di età che va dai 30 e ai 50 anni. Giovani e famiglie che so essere oberati da tanti impegni, da tante incombenze e che vedo affaticati e alla fine della settimana stanchi. Vorrò per questa attenzione pastorale confrontarmi con tutti a partire da quello che il nostro Vescovo ci darà come indirizzo e direzione dopo la sua Visita Pastorale dello scorso maggio. E poi incontrerò i Consigli Pastorali, i catechisti, i gruppi sposi, la Caritas e le Missioni, i vari gruppi che ci sostengono con la preghiera e soprattutto vorrei riuscire ad ascoltare i veri protagonisti con i quali poter iniziare qualche, anche piccola, proposta concreta di cammino, qualche esperienza significativa che ci porti a confrontarci e ad incontrarci con il Signore Gesù; Lui il Risorto, vivo, presente, che cammina con noi. Faccio affidamento alla generosa predisposizione della gente di Concordia, alla sua solidarietà, all’aiuto al prossimo: questo essere pronti a correre incontro a chi è nel bisogno senza calcoli ma liberamente, gratuitamente e gioiosamente è premessa importante perché come ha detto Gesù questo ci porta a “non essere distanti dal regno di Dio”.
Cantiamo e dunque continuiamo a camminare insieme.

Concludo dicendo che dopo il primo assestamento necessario nel cambiamento ora posso dire di essere serenamente contento di ritrovarmi qui con voi e voglio provarmi a dare quello di cui sarò più capace perché insieme andiamo, come discepoli, dietro al Signore per vivere e testimoniare come Santo Stefano e i nostri Santi Martiri la bellezza del Vangelo che da senso e pienezza di significato a tutta la vita.
Don Natale