1 dicembre 2019 – “COSS’EO CHE NON SE FA’ PAI FIOI”

1 dicembre 2019 –     “COSS’EO CHE NON SE FA’ PAI FIOI”

Si concludono con questa domenica i primi tre incontri delle Giomeniche con Lorenzo Battistutta; riprenderanno con altri tre incontri mensili col nuovo anno, guidati dalla dott.ssa Fabrizia Iervese. Sono collocati in orari che abbiamo constatato essere i più opportuni. Sono collocati la domenica dopo la Messa delle 10,00, con la possibilità di una continuazione nella condivisione con il pranzo in Oratorio. La frequenza è stata buona; coloro che hanno partecipato hanno sottolineato la possibilità “dell’utilizzo immediato” delle indicazioni emerse, in rapporto sia a genitori ed educatori con i più giovani sia tra gli stessi adulti. Il sunto può essere così tradotto: “Più conosci e più impari ad amare e fai meno errori”. Sono molto utili le cosiddette “scienze umane” e, per quanto è possibile, è “obbligo” informarsi per conoscere e agire poi di conseguenza.
Per i genitori e educatori che hanno un riferimento nella fede cristiana c’è un qualcosa di più che va ad aggiungersi come ulteriore ricchezza. Domenica scorsa abbiamo consegnato i vangeli ai bambini della terza elementare con un gesto semplice e significativo. Il Vangelo è stato consegnato ai genitori, che poi l’hanno consegnato a loro volta ai loro figli, per esprimere il fatto che sono – i genitori – i primi responsabili della fede: essi hanno il compito di affidare al Vangelo la fede cristiana dei loro figli. E’ stato chiesto loro di scrivere anche una breve dedica per i loro figli sul dono del Vangelo, in modo da rendere esplicito il senso di questa consegna. A questo proposito un breve aneddoto: Chiamato un giorno dalla figlia a scegliere tra i libri di preghiera dell’anziana mamma morta da poco, ci è venuto tra mano un vecchio vangelo e subito la figlia l’ha preso e l’ha aperto alla prima pagina dove c’era questa dedica “Cara Giulia porta questo vangelo sempre con te, esso è la guida sicura e bella della tua vita – con affetto e amore mamma e papà”. La figlia ha stretto il vangelo al cuore promettendo di tenerlo sempre con sé. Sappiamo poi come sono importanti le buone abitudini, che diventano poi memoria positiva per tutta la vita. Così l’invitare a fare il segno di croce e un breve saluto a Gesù alla mattina e una preghiera di ringraziamento e di perdono prima di addormentarsi alla sera, come un segno di croce e un grazie prima dei pasti sono buone abitudini che fanno punto di riferimento per la vita cristiana; ricordiamo che, più che grandi spiegazioni, è la pratica ripetuta di azioni semplici che crea una mentalità e delle convinzioni. Per dei genitori poi che vogliono essere veri educatori è indispensabile l’esempio, un esempio non silenzioso, ma reso credibile dalla testimonianza delle proprie motivazioni. E’ bene che i genitori partecipino alla Messa e agli altri appuntamenti della parrocchia; diano poi anche regione del perché, di quale importanza rivesta questo sia per la loro vita sia umana che cristiana. Esempio più testimonianza delle motivazioni. Vorrei poi richiamare che la vita cristiana diventa credibile solo quando essa si traduce in autentico servizio della carità. Così come ci ricorda la storia dei primi cristiani, è dal “vedete come si amano” che essi erano riconosciuti nel mondo di allora. La generosità, l’attenzione a chi è nel bisogno, l’aiuto semplice e cortese, pensare non solo a se stessi, il rinunciare a qualcosa per farne dono a chi è nella necessità, il rapporto di buon vicinato: questo rende ragione della nostra fede ed è l’insegnamento che incide nella vita dei figli. Quando mi reco a visitare gli anziani o i malati nelle case più volte essi mi lasciano un’offerta e mi dicono “Lu el sa par chi che l’ha pi bisogno”, la fede si traduce in attenzione e aiuto per il prossimo. E per concludere i genitori sempre e comunque una cosa la devono ai figli: pregare per loro.
Ecco: “Coss’eo che non se fa’ pai fioi” va completato anche con queste attenzioni da parte dei genitori cristiani.

Buon Avvento! don Natale