“DON COME CHE FASÈ PEL GREST E PA A CIASA ALPINA DE TRAMONTI
E PAA FIESTA DEI RAGASSI?”
Carissimi è con cuore riconoscente e ricco di speranza che provo a dire qualcosa riguardo le attività estive, che hanno visto l’UP concordiese inventare per il passato, nella continuità della tradizione, proposte e opportunità per i bambini, ragazzi, giovani e, di conseguenza, per le famiglie, con volontari di ogni età guidati dai vari bravissimi cappellani e dai loro entusiasti collaboratori. Con il 23 di febbraio 2020 si è chiusa un’epoca, dal giorno cioè in cui abbiamo saputo che il micidiale virus Covid-19 era in mezzo a noi. Ci è stato detto che da lui bisognava difendersi e l’unico modo era evitare ogni contagio e quindi dovevamo tutti rimanere chiusi in quarantena. Da quel giorno sono passati più di tre mesi, lui il nemico subdolo è ancora in mezzo a noi anche se un po’ più debole e con meno presenza, ma non dobbiamo fidarci. Si disse allora, e possiamo confermalo adesso, che da quel giorno niente sarà più come prima.
Da qui alcune considerazioni:
- La prima grande azione che ci è richiesta è quella di liberarci dagli schemi mentali del prima del coronavirus. Per essere più chiari non possiamo più pensare alle proposte pastorali con la memoria del – si è sempre fatto così; e del – se ieri ha funzionato perché non può funzionare anche oggi? Non funziona perché è la situazione che non è più quella di prima, per cui dobbiamo aiutarci a cambiare mentalità e anche le domande di cui sopra non hanno più una corrispondenza nella situazione attuale essa infatti è radicalmente cambiata.
- Oggi solennità di Pentecoste invochiamo lo Spirito Santo con questa preghiera. “Vieni Spirito Santo riempi i cuori dei tuoi fedeli, accendi in essi il fuoco del tuo amore”. Ora, come comunità cristiana, dobbiamo farci, nell’umiltà e nella fiducia, questa domanda: “Cosa ci indica lo Spirito Santo per essere, in questa nuova situazione, suo fuoco d’amore presso il prossimo?”.
- C’è un pericolo molto forte che, viste le difficoltà imposte dalle limitazioni per evitare i contagi, potrebbe farci concludere: “Allora è meglio non fare niente”. Questo sarebbe il peccato che nel Confesso è indicato come peccato di omissione, che è un peccato che riguarda la carità cioè l’amore verso i fratelli.
Cara Unità Pastorale concordiese alziamoci e cantando camminiamo.
Il nostro essere cristiani, come ci chiede il Signore, ci chiama ad annunciare il Vangelo di Gesù essendo “creativi” per reinventare nel qui e nell’adesso, nuovi modi di evangelizzazione per l’oggi. Questo è un invito che riguarda prima di tutto le famiglie chiamate in prima persona a mettersi in gioco come “protagoniste” chiamate cioè ad essere presenza umana e cristiana nella “nuova” società. Un invito che interpella direttamente i giovani a cui sta a cuore una società che testimoni la presenza di un amore generoso e gratuito che sappia mettersi a servizio degli altri. Solo spendendosi per aiutare gli altri si diventa finalmente adulti. Ritorna con evidenza la verità della concisa affermazione di papa Francesco: “Non possiamo pretendere di vivere sani in un mondo che rimane malato” e la vera medicina si chiama solidarietà, condivisione e quindi amore.
Infine ho letto una bella frase dice. “Il mondo non cambia se non cambiamo con i bambini” credo che essa voglia dire che noi adulti dobbiamo avere il coraggio di osservare la realtà con gli occhi dei bambini che ci esprimono con i loro atteggiamenti spontanei quelli che sono i loro reali bisogni per aiutarli nella loro crescita gioiosa e aperta al nuovo. Allora non possiamo più formulare le domande come nel titolo di sopra perché le risposte devono rispondere a questa nuova domanda: “Come noi tutti: famiglie, giovani, associazioni, volontari e comunità parrocchiale e comunità civile possiamo insieme elaborare un “progetto” che possa rispondere alla realtà nuova che la pandemia ha modificato e radicalmente cambiato?”. Sarà con la collaborazione di tutti che potremmo proiettarci in avanti.
Perché come diceva don Lorenzo Milani: “Ho imparato che il problema degli altri è uguale al mio. Uscirne da soli è avarizia uscirne insieme è amore”.
don Natale